mercoledì 29 aprile 2009

Elezioni Europee, finalmente facce nuove


Elezioni europee: Emanuele Filiberto candidato come capolista per l'Udc
Guiderà la lista della circoscrizione Nord Ovest insieme a Magdi Cristiano Allam



Corriere della Sera:

MILANO - Colpo di scena nell'ambito delle candidature alle prossime elezioni europee. Emanuele Filiberto di Savoia sarà candidato con l’Udc alle elezioni europee. Il nipote dell’ultimo re d’Italia, reduce dal successo alla trasmissione televisiva «Ballando con le stelle», sarà capolista nella circoscrizione Nord Ovest insieme a Magdi Cristiano Allam. Resta fuori invece Vittorio Sgarbi, sulla cui candidatura con il partito di Pier Ferdinando Casini, si erano rincorse voci e polemiche.


LA CANDIDATURA - «Emanuele Filiberto - ha detto il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, nel corso della conferenza stampa di presentazione della candidatura - sarà una grande sorpresa della politica italiana ed europea. Ne sono convinto. E’ una persona straordinaria e capace. Siamo sicuri che andrà in Europa a difendere quello che ci sta più a cuore, cioè la difesa dell’identità cristiana e della famiglia, con grande capacità». Particolarmente soddisfatto della candidatura di Emanuele Filiberto anche il vicepresidente dei deputati Udc Michele Vietti: «Da piemontese sono particolarmente lieto di questa candidatura che rappresenta un pezzo importante della nostra storia. I giudizi li lasciamo agli storici».




Sicuramente la linea sarà quella dell'amato padre, tutto figli e famiglia.
Io personalmente rivedo nelle sue parole tutto lo spirito UDC di amore per la famiglia e soprattutto per la madonna. Mele insegna, se non un famoso puttaniere...no UDC party


intercettazioni di due anni fa; nel caso ve le foste dimenticate:

Vittorio Emanuele: «Sto andando a Milano, in città... e adesso c'ho tre quarti d'ora... e volevo andare a puttane».

Bonazza: «Se mi chiamava stamattina (ride) vuole andare?... Dica dica».

V. Emanuele: «Andare sempre, come si chiamava quella là?».

Bonazza: «Alice, Alice».

Bonazza fornisce l'indirizzo: «È lì, suona il campanello, numero 18, c'è scritto Yoga, si ricordi...».

V. Emanuele: «Gli do 200 euro e non di più, eh?».

Bonazza: «No, no, anche niente (...). Gli faccia un salutino, un bacino e basta. Gli dica che mi arrangio io, dopo». Poi cambia argomento: «Senta, mi permetta adesso una parolina sola di lavoro. Una cosa (...). Io avrei bisogno che lei mi presentasse, o se lei potesse parlare con un generale, qua, della Finanza, perché c'è un grosso affare, business, grosso, grosso, grosso».

V. Emanuele: «Ma cosa vuole? Chi vuole?... Un carabiniere o una fiamma gialla?».

Bonazza: «Fiamma gialla, fiamma gialla».

V. Emanuele: «Ok, sarà fatto».


Nota della direzione:
Vittorio Emanuele tessera P2 n°1621

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A me di questo articolo rimane solo un ricordo, e cioe' la parola FACCIE nel titolo. Mi basta e avanza. Grazie.

Anonimo ha detto...

grande intepretazione. com'è di tendenza, diamo l'importanza alla forma e non alla sostanza. paradossale aspirare ad essere parte attiva di una nazione a cui è stato chiesto un lieve risarcimento d'anni.

Anonimo ha detto...

I Savoia chiedono 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per i danni morali subìti in 54 anni di esilio: 170 milioni li vuole Vittorio Emanuele; 90 suo figlio Emanuele Filiberto. Ma non è tutto: oltre agli interessi sulle somme richieste, i Savoia vogliono anche la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica Italiana.
Tra i motivi della richiesta di risarcimento illustrati nella lettera e spiegati da Emanuele Filiberto in un'intervista al programma di RaiTre ci sono "i danni morali subìti durante l'esilio per la violazione dei diritti dell'uomo stabiliti così come stabilito nella Convenzione Europea del 1948".
Secca la replica del governo. Attraverso il segretario generale della presidenza del Consiglio
il governo ha fatto sapere che "non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia, ma pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità che ha avuto nella storia italiana".