lunedì 8 marzo 2010

Fieri del nostro Sindaco

Altero Matteoli ancora una volta riesce a distinguersi nella sua attività di Ministro per trasparenza (nelle raccomandazioni) e coerenza (alla linea PDL).
Naturalmente la dimensione locale, e la sua attivitá di sindaco, vengono dopo l'oneroso impegno di Ministro.
Ma questa é una quisquilia rispetto alla gestione dei fondi pubblici e quindi Orbetello può aspettare (tanto c'è chi per lui gestisce la cosa pubblica locale).
Il nuovo coinvolgimento per il massimo responsabile del Ministero delle Infrastrutture riguarda l'aggiustamento di nomine in favore di amici o amici di amici fatto piú o meno consapevolmete.

Ma vediamo cosa emerge da questo articoletto di Peter Gomez comparso sul Fatto del 6 Marzo.

6 marzo 2010
Gli interventi del coordinatore del Pdl su Matteoli per truccare un appalto da 260 milioni di euro a Firenze

Alla fine la fotografia precisa della situazione l’ha scattata lui, il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. A Riccardo Fusi, il big boss della Baldassini Tognozzi Pontello (Btp), che il 5 agosto del 2008 chiedeva una mano per arrivare ad aggiudicarsi i lavori per la costruzione della scuola dei marescialli dei carabinieri a Firenze, Matteoli dopo i convenevoli dice per telefono: “Il tuo complice è già in vacanza però”. Il riferimento è tutto per il corpulento coordinatore del Pdl Denis Verdini, in quei mesi impegnato a testa bassa per far ottenere a Fusi quella commessa da 260 milioni di euro. Verdini, azionista de Il Foglio e presidente del locale Credito cooperativo, usa infatti la politica per fare affari. Nel partito, raccontano gli atti dell’inchiesta sulla cricca della via della Ferratella, lo sanno un po’ tutti. Alcuni parlamentari anzi partecipano con Verdini a incontri in cui si discute di appalti e favori.

Ma è in riva all’Arno che Verdini, con l’aiuto (“non penalmente rilevante” dice il giudice) di Matteoli, compie il suo capolavoro. Fusi che è suo amico da quando i due avevano i pantaloni corti ha un bisogno disperato di lavorare. La Btp è sì la settima impresa di costruzioni italiana, ma è molto esposta (900 milioni) con le banche. Insomma deve fare cassa. E una delle strade per rimpinguare i suoi bilanci passa proprio per la scuola dei marescialli. L’appalto è già stato assegnato all’Astaldi (vedi articolo a pagina ? 4? ) che ha pure già aperto i cantieri. Ma non importa. Perchè la politica può tutto. Grazie al rapporto diretto con Matteoli, Verdini riesce a far nominare nel gennaio del 2009 uno degli uomini della cricca, Fabio De Santis, provveditore delle opere pubbliche per l’Italia centrale. De Santis non ha i titoli per ricoprire quell’incarico. È solo un dirigente di seconda fascia. A Porta Pia, sede del ministero delle Infrastrutture, i suoi colleghi più titolati protestano. Qualcuno di loro pensa ancora che meritocrazie e regolamenti contino qualcosa. E così, come dice per telefono Claudio Iafolla, il capo di gabinetto del ministro Matteoli, “rompono i coglioni”. Ma l’affare si deve fare, il ministro firma e la nomina arriva.

Tanto che De Santis, il 21 gennaio, scrive a Verdini in un sms: “Grazie di cuore”. Il coordinatore del Pdl, non lo sa ancora, ma è in quel momento che le cose per lui cominciano a mettersi davvero male. L’accusa di concorso in corruzione, da cui si è già difeso il 23 gennaio scorso in un interrogatorio davanti ai pm di Firenze durante il quale ha finito per ammettere tutto (“pensavo di fare un favore a un amico” si è giustificato Verdini) ruota intorno alla nomina fuorilegge di De Santis. Per i magistrati il funzionario infedele in questo caso non ha ricevuto mazzette, ma si è fatto comprare in cambio dell’anomalo avanzamento di carriera. E poi si è messo a completa disposizione di Fusi e dei suoi amici. Verdini nel suo interrogatorio, sostiene però (in contrasto con quanto risulta dalle intercettazioni) di non aver ben capito perchè la nomina di De Santis fosse tanto importante.

Dice di aver solo intuito che la questione era “legata alla caserma dei marescialli dei carabinieri”. Ma che, in fondo la raccomandazione era per lui un fatto normale. “Sa”, spiega, “io ho un ruolo centrale nella politica... Ho fatto una telefonata al ministro che stava facendo le nomine, sostenendo la cosa. Me l’aveva chiesta Fusi, ma non posso dire di non averne parlato, per esempio, con il senatore Cingolani, della Commissione lavori pubblici, e con altri parlamentari, perché sono cose di cui si parla”. Una giustificazione che, come sottolinea il gip Rosario Lupo, anche a volerne “dare una lettura benevola fa riflettere sulla scarsa consapevolezza da parte di soggetti che ricoprono cariche pubbliche e comunque ruoli pubblici molto rilevanti circa la negatività delle raccomandazioni specie quando queste riguardano posti di potere e, come nel caso di specie, non dei natura politica, ma tecnica”. Fatto sta comunque che De Santis il suo lavoro (sporco) lo sa fare bene. L’obiettivo è quello di sfilare alla Astaldi l’appalto della scuola. Ma per raggiungerlo è prima necessario fermare i cantieri.

Per questo al provveditorato viene affidata la responsabilità dell’opera, nasce una commissione (di cui De Santis fa parte) che deve giudicare sulla bontà del progetto e il funzionario arriva a rimuovere dall’incarico Benedetto Mercuri, un dipendente pubblico onesto che si oppone inutilmente alla sospensione. Mercuri tenta di convincere De Santis a recedere dall’idea: “Lì ci stanno 350 operaio che saranno messi in cassa integrazione”, implora. Niente da fare. E il risultato, come finisce per ammettere proprio De Santis in un’intervista, è uno smacco per i contribuenti.

L’operazione in favore di Fusi e Verdini costa. Si rischiano di pagare penali. E così anche se lo stanziamento resterà di 260 milioni di euro il progetto dovrà per forza essere rivisto in modo che la spesa non superi i 200, perchè il resto se ne andrà in risarcimenti. Il coordinatore del Pdl viene costantemente tenuto al corrente da Fusi sugli sviluppi della vicenda. Diventa persino amico di Angelo Balducci, l’ex braccio destro di Guido Bertolaso, ora in galera. E continua a fare pressioni su Matteoli. Tra Fusi e il ministro, Verdini fissa anche un incontro. Al termine del faccia a faccia l’imprenditore racconta euforico: “Sono uscito ora, si è fatto un programma”. Ma questo, dice il giudice, non è un reato. È solo, diciamo noi, una schifezza.

lunedì 1 marzo 2010

Regionali, Pizzini, Escort, Tangenti= chiusura dei talk show=non ci rompete i coglioni perchè stiamo lavorando per voi

Grazie per la partecipazione.
Sono benvenuti tutti i tipi di commenti e apporti più o meno ragionati; segnalazioni di articoli e quant'altro.

Chiedo scusa per l'assenteismo virtuale; mi impegnerò in un più assiduo seguimento di questo blog.

Vi segnalo intanto Travaglio sul Fatto quotidiano che fa' il punto sull'ultima vicenda Pizza connection (o se preferite Cosa Nostra); più viva che mai nel parlamento.

1 marzo 2010
Solidarizzare col senatore Di Girolamo sarebbe eccessivo. Ma condividere il suo stupore per lo sdegno generale che lo circonda, anche tra gli alleati e i presunti oppositori del Pd che due anni fa l’avevano salvato dall’arresto (unici contrari gli Idv) e ora lo vogliono cacciare, questo sì, si può fare. Non si comprende la differenza fra il suo caso, che ha portato persino Berlusconi a scaricarlo, e quelli di Dell’Utri e Cuffaro. Anzi l’unica differenza è a suo favore: Dell’Utri è stato condannato in primo grado per mafia, Cuffaro in appello per favoreggiamento alla mafia, Di Girolamo non ancora. Ha “solo” un mandato di cattura per rapporti con la ‘ndrangheta. Come Cosentino, che però starebbe con la camorra e dunque resta sottosegretario.

Si dirà: Di Girolamo è stato fotografato con un boss e le cosche votavano per lui. Ma vale pure per Cuffaro, che fu filmato con due medici mafiosi: Vincenzo Greco, condannato per aver curato il killer di don Puglisi, e Salvatore Aragona, condannato per aver fornito un alibi falso al boss Enzo Brusca.
Entrambi legatissimi al boss Giuseppe Guttadauro, che Cuffaro fece avvertire delle microspie a casa sua. Per Dell’Utri c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dal 1974 e il ‘76 infila un mafioso, Vittorio Mangano, in casa di Berlusconi: assunzione suggellata – scrive il Tribunale di Palermo – da un incontro a Milano fra il Cavaliere, Dell’Utri e i boss Bontate, Teresi e Di Carlo.
Nel 1976 partecipa – l’ammette lui stesso – al compleanno del boss catanese Antonino Calderone, insieme ai mafiosi Mangano, Nino e Gaetano Grado.
Nel ’77 va a lavorare per Filippo Rapisarda, legato a mafiosi come Vito Ciancimino e il clan Cuntrera-Caruana.
Nel 1980 partecipa – l’ammette lui stesso – a Londra alle nozze di Jimmy Fauci - pregiudicato siciliano legato ai Caruana, addetto al traffico di droga fra Italia, Gran Bretagna e Canada - con i mafiosi Di Carlo, Teresi e Cinà.
Nel 1992 il boss di Trapani, Vincenzo Virga, minaccia l’imprenditore Garraffa per perorare la causa di un presunto credito in nero reclamato da Dell’Utri (Virga e Dell’Utri si salveranno grazie alla prescrizione del reato di minacce gravi). Intanto Dell’Utri ottiene un provino al Milan per Gaetano D’Agostino, figlio di un complice dei Graviano.
Nel 1993, mentre lavora al progetto Forza Italia, Dell’Utri s’interessa al movimento mafioso “Sicilia Libera”: i suoi contatti con uno dei fondatori, il principe Napoleone Orsini, risultano da agende e tabulati. In novembre ancora le sue agende rivelano due incontri a Milano, nella sede di Publitalia, con Mangano, appena uscito da 11 anni di galera per mafia e traffico di droga.
Nel 1998 la Dia fotografa Natale Sartori (socio della figlia di Mangano in alcune cooperative di pulizie) mentre rende visita al neodeputato Dell’Utri.
Pochi mesi dopo la Dia filma un incontro a Rimini fra Dell’Utri e un falso pentito, Pino Chiofalo, che organizza un complotto contro i pentiti veri.
Nel ‘99 Dell’Utri si candida al Parlamento europeo: un fedelissimo di Provenzano intercettato in un’autoscuola raccomanda ai picciotti di votare per lui: “Dobbiamo portare e aiutare Dell’Utri, sennò lo fottono. Se sale alle Europee non lo tocca più nessuno…‘sti sbirri non gli danno pace”. Nel 2001, vigilia delle politiche, il boss Guttadauro parla con Aragona: “Con Dell’Utri bisogna parlare, alle elezioni ’99 ha preso impegni (col boss Capizzi, ndr) e poi non s’è fatto più vedere”. Aragona: “Io sono stato invitato al Circolo, sede culturale di Dell’Utri in una biblioteca famosa”.
Nel 2003 Vito Palazzolo, boss latitante in Sudafrica, contatta Dell’Utri tramite intermediari (tra cui la moglie) perché prema sul governo Berlusconi per sistemare i suoi guai giudiziari.

Di Girolamo, al confronto, è un principiante. Ma ha un grave torto: “L’ha portato An”, dice il Banana, dunque l’inchiesta non è talebana né a orologeria: “È una cosa seria”. Ha sbagliato partito e soprattutto banda: se stava con la mafia o con la camorra, come minimo sarebbe sottosegretario.

lunedì 19 ottobre 2009

è il momento di tornare a scrivere

Chiedo scusa agli antichi lettori del Blog, per il mancato aggiornamento durante tutto il periodo estivo. Non che gli argomenti mancassero anzi; semplicemente ci sono state altre prioritá e giustamente i dibattiti si sono trasferiti in altre Bitacore come Scintilla.

Prima di iniziare a parlare della situazione politica attuale é molto importante ricordare come ha fatto Scintilla Verde l’iportanza di non dimenticare il povero JURY costretto a subire un smisurata pena nelle carceri indonesiane. Senza entrare ora nel merito dell’ingiusta pena che JURY è costretto a subire, bisognerebbe a questo punto creare un comitato che chieda direttamente al ministro degli esteri italiano di intervenire.

Sapendo comunque che un raccomandato come Frattini che dopo Fini e Dalema sembra una marionetta capace solo di balbettare quello che gli viene detto da mangia fuoco, bisognerebbe comunque riprovare tutti insieme a fare qualcosa di forte, trasversalemte e unitariamete.


Punto 2: la politica.

Credo che abbiamo toccato il fondo a questo punto.

Cerco di ripercorrere con il massimo dell’obbiettivitá i punti chiave della situazione politica attuale:

1 Il primo ministro italiano é coinvolto in una serie di scandali che in qualsiasi altro paese avrebbero imposto le dimissioni come prima consegueza. Ma in Italia, dove l’informazione é controllata dai partiti politici e dagli interessi corporativi piú o meno liberali, viene tutto ridotto ad un attacco politico e alla persona del Premier.

Nella maniera piú oggettiva possibile , per usare le parole del Financial Times, non c´´e nulla di politico. Esiste una condanna di risarcimento per una corruzione di un giudice, giá passata in giudicato, esistono delle registrazioni che provano giri di prostituzione, di amicizie legate agli ambienti mafiosi, di corruzione attraverso i corpi delle ragazze coinvolte...etc etc.. esistono una serie di evidenze che non centrano un bel nulla con la destra e la sinistra con la chiesa e con i comunisti, con gli attacchi a berlusconi o con i papi club.. niente di tutto ció . sentenze basate su evidenze e punto.

Quindi nel nostro piccolissimo osservatori maremmano non possiamo far altro che contestare questo andazzo rivolgendoci all’elettore medio obnubilato di centro destra.

Credo che ormai il punto focale di questa battaglia che se persa avrebbe dei risvolti drammatici, che peraltro ha giá, verta sul fatto che la gente liberale, onesta, cattolica, di destra, conservatrice, e tutte queste categorie socio culturali lontane per ideologia da un blog come maremmani di sinistra devono capire che il berlusconismo e contro producente anche per loro.

Gli imprenditori devono capire che se vogliono arricchirsi come hanno sempre fatto nelle decadi passate, devono auspicarsi una destra rappresentata da Fini e Casini piuttosto che dalla P2. I cattolici che salvaguardano i valori della famiglia devono capire che con i festini a base di coca e prostitute non si salvaguarda un bel niente, il modello culturale che passa dalla politica é l’oppsto a quello che si auspicano i gerarchi.

Alla gente di sinistra in questo momento non so proprio che dire e sinceramene aspetto che mi illuminiate voi con i vostri articoli e/o commenti.

Ultima questione politica rilevante. Non cè nessun attacco contro berlusconi; i vari Times, FT, The Guardian, Wall Street Journal Le Figaró El Mundo, tutti giornali di centro destra non possono questa volta essere tacciati di comunismo, sono tutti giornali molto conservatori apparte il guardian. Quindi se escludiamo i vari santori e gabanelli, gli unici giornalisti che si limitano a parlare di fatti che disturbano un pó il potere; chi è se non la stampa straniera che ci dice la verita´?

Il TG1? Il TG5?

Il 60% dell’elettorato si forma su questi due tg (fonte porta a porta/censis) controllati minuziosamente dal governo che epura le notizie scomode in maniera sistematica.

Cosa fare?

giovedì 25 giugno 2009

Mai dire la Verità

La Longa Mano mafiosa e la vecchia tecnica dell'intimidazione.. ma le squillo del Berlusca non hanno fatto almeno un Master in Donne d'Onore prima della candidatura? non pretendo una laurea in Scienze Politiche o Diritto ma almeno informatele che a Cosa Nostra le testimonianze a Giudici non piacciono.

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Inchiesta su squillo, politici e droga
Bruciata l'auto di Barbara Montereale

di Gabriella De Matteis e Giuliano Foschini
Lauto danneggiata L'auto danneggiata
Misterioso incendio questa notte sotto l'abitazione di Barbara Montereale, una delle ragazze che hanno accompagnato Patrizia D'Addario a Palazzo Grazioli la sera del 4 novembre scorso. Ignoti hanno appiccato il fuoco all'auto della giovane (nella foto) parcheggiata sotto la casa di Modugno, alle porte di Bari. La vettura, una Honda Jazz, è stata seriamente daneggiata all'interno. Barbara Montereale si è accorta del rogo ed è subito corsa fuori. Per fortuna le fiamme sono state domate prima che l'auto venisse completamente bruciata. L'abitacolo, comunque, è andato distrutto.

Nel bagaglio della vettura sono rimasti invece intanti decine e decine di facsimile delle elezioni di Patrizia D'Addario e della stessa Barbara, entrambe candidate a Bari per la lista La Puglia prima di tutto, che fa capo al ministro Raffaele Fitto. Terrorizzata, Barbara Montereale ha subito chiamato il suo avvaocato Daniela Castelluzzo e con lei ha raggiunto la caserma dei carabinieri dove ha presentato denuncia. I militari hanno raggiunto il luogo dell'incendio per iniziare i rilievi sulla vettura incendiata. Non ci sono dubbi sul fatto che si tratta di un incendio doloso.

Nei giorni scorsi la ragazza era stata interrogata dalla Finanza sia sul viaggio a Roma e sull'incontro con Berlusconi che sul giro di feste organizzate dai fratelli Tarantini al centro dell'inchiesta nella qualle 19 ragazze hanno parlato di festini a base di sesso e cocaina. Barbara ha anche raccontato dei giorni trascorsi in Sardegna a Villa Certosa.

mercoledì 29 aprile 2009

Elezioni Europee, finalmente facce nuove


Elezioni europee: Emanuele Filiberto candidato come capolista per l'Udc
Guiderà la lista della circoscrizione Nord Ovest insieme a Magdi Cristiano Allam



Corriere della Sera:

MILANO - Colpo di scena nell'ambito delle candidature alle prossime elezioni europee. Emanuele Filiberto di Savoia sarà candidato con l’Udc alle elezioni europee. Il nipote dell’ultimo re d’Italia, reduce dal successo alla trasmissione televisiva «Ballando con le stelle», sarà capolista nella circoscrizione Nord Ovest insieme a Magdi Cristiano Allam. Resta fuori invece Vittorio Sgarbi, sulla cui candidatura con il partito di Pier Ferdinando Casini, si erano rincorse voci e polemiche.


LA CANDIDATURA - «Emanuele Filiberto - ha detto il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, nel corso della conferenza stampa di presentazione della candidatura - sarà una grande sorpresa della politica italiana ed europea. Ne sono convinto. E’ una persona straordinaria e capace. Siamo sicuri che andrà in Europa a difendere quello che ci sta più a cuore, cioè la difesa dell’identità cristiana e della famiglia, con grande capacità». Particolarmente soddisfatto della candidatura di Emanuele Filiberto anche il vicepresidente dei deputati Udc Michele Vietti: «Da piemontese sono particolarmente lieto di questa candidatura che rappresenta un pezzo importante della nostra storia. I giudizi li lasciamo agli storici».




Sicuramente la linea sarà quella dell'amato padre, tutto figli e famiglia.
Io personalmente rivedo nelle sue parole tutto lo spirito UDC di amore per la famiglia e soprattutto per la madonna. Mele insegna, se non un famoso puttaniere...no UDC party


intercettazioni di due anni fa; nel caso ve le foste dimenticate:

Vittorio Emanuele: «Sto andando a Milano, in città... e adesso c'ho tre quarti d'ora... e volevo andare a puttane».

Bonazza: «Se mi chiamava stamattina (ride) vuole andare?... Dica dica».

V. Emanuele: «Andare sempre, come si chiamava quella là?».

Bonazza: «Alice, Alice».

Bonazza fornisce l'indirizzo: «È lì, suona il campanello, numero 18, c'è scritto Yoga, si ricordi...».

V. Emanuele: «Gli do 200 euro e non di più, eh?».

Bonazza: «No, no, anche niente (...). Gli faccia un salutino, un bacino e basta. Gli dica che mi arrangio io, dopo». Poi cambia argomento: «Senta, mi permetta adesso una parolina sola di lavoro. Una cosa (...). Io avrei bisogno che lei mi presentasse, o se lei potesse parlare con un generale, qua, della Finanza, perché c'è un grosso affare, business, grosso, grosso, grosso».

V. Emanuele: «Ma cosa vuole? Chi vuole?... Un carabiniere o una fiamma gialla?».

Bonazza: «Fiamma gialla, fiamma gialla».

V. Emanuele: «Ok, sarà fatto».


Nota della direzione:
Vittorio Emanuele tessera P2 n°1621

mercoledì 22 aprile 2009

Candidatura in Provincia

di Marco Sabatini


Cari amici,
vi scrivo per informarvi, prima che la notizia esca ufficialmente sui giornali, della mia candidatura alle prossime elezioni provinciali nella lista La Sinistra per Grosseto collegata al candidato a presidente Leonardo Marras.
La mia scelta, oltre che dalla passione politica, nasce da una presa di responsabilità nei confronti del mio territorio e della sua gente, specialmente quella più giovane.
Come molti di voi sapranno negli ultimi mesi ho vissuto in Francia per motivi di lavoro ma il mio interesse per quello che accade da noi é sempre vivissimo. Anzi, questo periodo di « distacco » mi ha ulteriormente convinto della necessità di continuare un impegno che ho iniziato prima come giornalista e poi in Gente dell'Argentario. Vivendo all'estero infatti si ha una percezione molto oggettiva di quanto sta avvenendo in Italia e non nascondo le mie preoccupazioni sul futuro di quello che spero continuerà ad essere il mio paese.
Di fronte ad un modello di politica e di sviluppo che mette in un angolo l'uguaglianza sociale e la difesa dell'ambiente credo sia necessario riaffermare principi e valori che appaiono completamente dimenticati.
Per questi motivi ho deciso di candidarmi e spero che tale scelta sia da Voi apprezzata.
A presto
Marco

giovedì 9 aprile 2009

Solidarietà con L'Abruzzo

Berlusconi: Italy earthquake victims should view experience as camping weekend

Italian prime minister causes controversy with quip made during interview following country's worst earthquake in three decades

italy earthquake tents

A woman, who was evacuated from her home, at a camp set up in L'Aquila. Photograph: Filippo Monteforte/AFP/Getty Images

The Italian prime minister, Silvio Berlusconi, today sparked controversy when he said the 17,000 people made homeless by Monday's earthquake should think of themselves as being on a "camping weekend".

Berlusconi made the remark during an interview with a German television channel as he visited one of the emergency camps set up to cater for people who have lost their homes in the disaster.

giovedì 26 marzo 2009

Partecipazione

Chiunque da oggi potrà inviare report, iniziative, pensiere foto e video alla nuova email maremmanidisinistra@gmail.com
tutto come sempre verrà rigorosamente pubblicato.
se qualcuno volesse essere web master verranno fornite password di posta elettronica e quant'altro.